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Il dolore e la rabbia della moglie di Fabio Limido: "Questo Stato non garantisce abbastanza le vittime"

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Aigiornalisti Marta Criscuolo, moglie di Fabio Limido e madre di Lavinia, esterna i propri sentimenti in un momento di grande dolore e altrettanta rabbia. Con lei anche una delle altre due figlie: "Siamo stati lasciati soli"

La rabbia e il dolore della moglie di Fabio Limido, Marta Criscuolo, avvocato di Varese, si fa sentire tutta in piazza Cacciatori delle Alpi, davanti al tribunale di Varese dove aveva chiesto giustizia e sicurezza, insieme alla figlia Lavinia e al marito Fabio Limido.

Raggiunta dai giornalisti ha parlato di quello che la sua famiglia e soprattutto sua figlia Lavinia ha dovuto passare nei due anni di vero e proprio tormento da parte di Marco Manfrinati, che nel pomeriggio di lunedì 6 maggio ha ucciso il 71enne e ferito e sfregiato la ex moglie.

«Il pm Grillo aveva chiesto l'arresto, invece gli hanno dato il divieto di avvicinamento che non serve a niente. Era un anno che c'era il divieto di avvicinamento. Ha tagliato le gomme otto volte a mia figlia, a me, ha spaccato il lunotto posteriore della macchina di mia madre, è venuto davanti al cancello di casa nostra, veniva anche con i genitori, una volta col padre e una con la madre, davanti a casa nostra. Dovevamo andare in vacanza e invece dobbiamo scegliere la bara per mio marito. Lo abbiamo detto a tutti che era pericoloso, si è anche presentato con un martello davanti a casa. Non siamo stati protetti abbastanza».

Marta Criscuolo lo ha ribadito con forza: «Non me la prendo con il pm che aveva chiesto l'arresto ma questo Stato è troppo garantista. Certamente non lo è stato nei confronti di mio marito e della mia famiglia».

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