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Benetti cerca nuove aree per produrre: «La Toscana è già satura, ecco dove le stiamo cercando»

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Che la nautica fosse il fiore all'occhiello dell'economia toscana non è una novità. E neppure che i risultati siano record. Aggiungiamo il fatto che sulla nostra costa, ci stia un po' stretta, e abbiamo quasi concluso i temi dibattuti. Ma che alcuni tra i colossi della nautica stiano cercando stabilimenti anche altrove, un po' preoccupa. «Nelle province di Lucca, Massa Carrara e Pisa, aggiungendoci La Spezia e Livorno, la nautica ha l'80% della produzione italiana che si riflette in termini mondiali con l'Italia che fa il 60% della produzione della nautica»: Ferdinando Pilli, direttore dello stabilimento di Livorno di Benetti, snocciola così, dal palco del teatro Guglielmi di Massa, numeri da capogiro, numeri che solo un'eccellenza mondiale può creare.

Benetti è il maggiore produttore di yacht al mondo e per la realizzazione dei suoi meravigliosi giganti del mare fa girare l'economia anche di altri settori come la pelletteria, la falegnameria, la carpenteria, il sistema del design. La nautica del resto non è solo mare ma la perfetta sintesi di tutte le competenze distrettuali toscane. «Settori che vanno bene - dice - perché noi assemblando tante conoscenze abbiamo un bisogno disperato di tante aziende. Ma purtroppo siamo vincolati all'esigenza di grandi spazi».

Eccolo il tema del giorno: quello dello spazio che non c'è e che rischia di far scippare alla Toscana un primato che si porta dietro da decine di anni. «Per gli spazi - aggiunge Pillli - siamo legati ai porti e se devo parlare di un problema che non consente alla nautica di esprimere le potenzialità che ha è la mancanza di spazio. Oggi produciamo imbarcazioni di 50 metri che hanno un tempo di realizzazione di due anni, oggi se un cliente viene da noi non possiamo esaudire le richieste prima del 2028. Tempi raddoppiati. Ovviamente se avessimo gli spazi e la logistica che ci consente di fare determinate cose potremmo ridurre i tempi. Proprio nei giorni scorsi eravamo a Trieste e a Taranto per costruire scafi che in Toscana non possiamo fare».

Benetti, ma non è l'unico, guarda anche altrove. C'è chi già si sta rivolgendo alla vicina Turchia. «Abbiamo ampliato i nostri stabilimenti - dice Pilli, a margine del convegno - al massimo delle potenzialità, non ci sono aree appetibili e stiamo cercando spazi in Croazia».

Non è certo una volontà di lasciare la Toscana tanto che a Benetti sarebbero interessati anche ad aree nel sud della Toscana. «Abbiamo pensato a Piombino, per noi sarebbe appetibile ma sarebbe necessario raggiungere accordi con le istituzioni. Trasferendo in parte l'attività all'estero è inevitabile che porteremo lì anche competenze di carpenteria navale». Un danno per gli scenari dell'economia «da evitare».

Sul tema degli spazi è intervenuto senza giri di parole anche il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro. «Il porto di Viareggio è 3-4 chilometri quadrati e ci si costruiscono le barche più belle del mondo. Su quell'area ci stiamo concentrando ma non è semplice: dobbiamo dare risposte certe sulle infrastrutture e sugli spazi. Sulle infrastrutture scontiamo problematiche come una burocrazia assurda e frizioni politiche che spesso impediscono lo sviluppo libero delle attività imprenditoriali e delle amministrazioni pubbliche locali. Il porto di Viareggio ha bisogno di infrastrutture e nonostante gli ostacoli di cui ho appena parlato le stiamo costruendo. Sugli spazi invece il tema è più complesso perché semplicemente non ce ne sono. Rimane un unico spazio libero, quello dell'ex mercato ittico, e noi stiamo valutando come destinarlo. È un'area su una banchina enorme sul porto di Viareggio: il nostro intento è mantenerla e non farla esportare in altri luoghi. Stiamo lavorando con le aziende anche per mantenere la qualità e quindi sulla formazione con l'obiettivo di una serie di mestieri, un centinaio da salvaguardare».

E anche la sindaca di Carrara Serena Arrighi ha parlato del porto e della necessità di spazi per la nautica. «Noi abbiamo un limite fisico, un ponte sull'autostrada. Se consentissimo di far passare le navi da quel ponte, spostando alcuni depositi di marmo, potremmo trovare altre aree».

 

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