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Indicazioni nazionali, ok alla revisione ma se partecipa anche chi entra in classe ogni giorno

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ServizioL'opinione

I membri previsti dalla commissione istituita dal ministro Varlditara sono esclusivamente docenti universitari di pedagogia generale, mancano esperti di didattica delle discipline o delle discipline stesse

di Francesca Gallina *

16 maggio 2024

(AdobeStock)

3' di lettura

È di qualche giorno fa la notizia che il ministro Valditara ha istituito una commissione per procedere a una revisione delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, il documento la cui più recente versione risale al 2012 e che, sulla carta, ha l'obiettivo di orientare il mondo della scuola definendo finalità educative generali e obiettivi di apprendimento specifici per le diverse aree del sapere.

La commissione proposta dal ministro è «composta da esperti di comprovata qualificazione scientifica e professionale con il compito di elaborare e formulare proposte volte alla revisione delle Indicazioni». Un più attento esame della composizione rende evidente che i membri previsti sono esclusivamente docenti universitari di pedagogia generale, mancano esperti di didattica delle discipline o delle discipline stesse (italiano, lingue straniere, storia, geografia, matematica, scienze, musica, arte e immagine). Ma, soprattutto, si rileva l'assenza di profili che lavorano nel mondo della scuola quotidianamente.

Perché cambiare le Indicazioni nazionali? Proposte di merito

Cambiare le Indicazioni per migliorarle non deve essere considerato un tabù. Ad esempio, se ci sono cambiamenti profondi nella società e nella scuola la loro modifica può diventare un'esigenza concreta, oppure se si individuano degli aspetti del testo che non sono adeguati è certamente auspicabile un confronto. Tuttavia, riteniamo che qualsiasi decisione di intervento sulle Indicazioni dovrebbe essere preceduta da una riflessione profonda sulla loro efficacia e adeguatezza, appunto per individuarne le criticità. Cosa che non si è verificata.

Come cambiare le Indicazioni nazionali? Proposte di metodo

Le Indicazioni, proprio per la diversità e la vastità dei temi che sono compresi, devono essere il frutto di un processo di coinvolgimento, interazione, condivisione di diversi soggetti, al fine di trovare un equilibrio fra gli obiettivi di apprendimento auspicati e quelli raggiungibili. Non possono essere frutto di riflessioni che vedono come protagonisti esclusivi profili che esprimono una sola prospettiva o che non hanno competenze specifiche sugli apprendimenti che caratterizzano la scuola. Nel processo di revisione devono essere coinvolti innanzitutto quei portatori di interesse che saranno poi chiamati a interpretare e applicare quotidianamente le Indicazioni nella scuola e nelle classi. Non solo, nella riflessione su come modificare le Indicazioni non possono mancare esperti delle didattiche disciplinari, che con le proprie competenze specifiche possono dare un contributo puntuale nelle eventuali proposte di modifica. Il metodo deve dunque tenere conto di una pluralità di prospettive, basandosi sul dialogo e sul confronto tra soggetti con esperienze e competenze diverse, dalla scuola all'università, dalla pedagogia alle didattiche disciplinari, come medium privilegiato per tener conto nei loro contenuti degli avanzamenti della ricerca scientifica sulle diverse materie coinvolte. A oggi invece, non è stato condiviso il processo di revisione, se non con un generico riferimento (anche nella risposta inviata dal ministro alla Camera dei Deputati) a delle consultazioni con esperti della scuola e delle discipline che verranno coinvolti in un secondo momento.

Tra metodo e merito

Tale confronto non può avvenire a valle del processo che vede protagonista la commissione nominata dal ministro Valditara, ma deve svolgersi fin da subito, per consentire uno scambio e una collaborazione con chi già ha chiesto di essere integrato nel processo, come le associazioni di area linguistica, letteraria e filologica, le associazioni degli storici e le associazioni dei matematici che hanno inviato al ministro le proprie richieste di coinvolgimento. La questione del metodo della revisione delle Indicazioni pone dunque anche una questione di merito, parola cara al ministro Valditara, e richiede che per entrare nel merito delle Indicazioni sia coinvolto anche chi conosce il merito. La scuola è centrale, come ben sappiamo, nello sviluppo del Paese ed è per questo motivo che ogni intervento sulla scuola non deve essere permeato di ideologismo.

* Segretaria nazionale GISCEL - Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell'Educazione Linguistica

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